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domenica 5 gennaio 2014

Si può fare industria dell'auto in Italia? Premier Letta dice si'

ROMA - "Nonostante tutto in Italia si può fare industria dell'auto e noi lavoriamo in quella direzione": lo ha affermato il premier Enrico Letta in un videomessaggio in apertura dell'assemblea dell'Anfia che quest'anno aveva come filo conduttore questo tema: 'Fare industria automotive in Italia oggi. Una scelta possibile?'. Il presidente del Consiglio ha espresso il sostegno del Governo all'industria automotive italiana come comparto chiave dell'economia del Paese. "C'è una grande tradizione dietro le spalle, ma non vogliamo guardare solo indietro. Ci sono molti settori di eccellenza da sviluppare", ha aggiunto Letta, assicurando: "Voglio dare un messaggio di incoraggiamento che suona difficile in un momento in cui il Paese fa fatica" ma che ha "davanti" la ripresa.

L'assemblea pubblica dell'Associazione nazionale della filiera dell'industria automobilistica si è svolta a Roma alla presenza anche del sottosegretario del Ministero dello Sviluppo economico Claudio De Vincenti, che ha annunciato la ''predisposizione del decreto di formalizzazione della Consulta Automotive'', il tavolo per il rilancio del settore che riunisce tutti i rappresentanti della filiera automotive ed i ministeri coinvolti. La richiesta dell'avvio di questo tavolo di consultazione permanente era stava avanzata dall'Anfia proprio in occasione dell'assemblea dello scorso anno all'allora premier Mario Monti. Ad accoglierla però è stato il ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato ed infatti la Consulta Automotive, anche se ancora non c'è il certificato di nascita, ''è già operativo'', ha ricordato De Vincenti aggiungendo che ''il 10 gennaio si terrà la prossima riunione sulle tematiche industriali e pochi giorni dopo ci sarà quella sulle tematiche del mercato dell'auto''. A questo proposito De Vincenti ha ribadito che il Governo ''per ridare stabilità al mercato dell'auto non pensa ad incentivi ma ad interventi strutturali, che portino a tassi di rotazione sempre più elevati e all' abbassamento dell'età media dei veicoli. Ciò si può fare - ha detto il sottosegretario allo Sviluppo economico - sostenendo il ruolo delle flotte aziendali e pubbliche''. Intervenuto all'assemblea Anfia, anche il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi ha richiamato l'''urgenza di un piano industriale per il rilancio del settore dell'auto, che superi gli strumenti di stimolo della domanda utilizzati negli anni scorsi". Per Squinzi "un serio piano industriale deve affrontare innanzitutto il nodo della ricerca e dell' innovazione". Per questo la richiesta di Confindustria è di "ripristinare e rendere strutturale un credito di imposta per gli investimenti in ricerca e innovazione realizzati dalle imprese". Nel suo intervento il presidente dell'Anfia Roberto Vavassori ha ricordato che ''il mondo dell'autoveicolo è in costante crescita a livello globale e che la depressione del 2009 è stata abbondantemente superata, così come il picco del 2007''. Ma ''alle aree in forte accelerazione, Cina e Stati Uniti tra tutte, si contrappongono Giappone ed Europa''. L'Europa occidentale, in particolare, ha detto Vavassori, ''ha recuperato a stento l'80% dei volumi del 2007, ed anche allungando lo sguardo fino al 2017 non recupera interamente questi valori''.

Il presidente dell'Anfia ha ricordato che a fine 2013 in Europa ''si produrranno 3 milioni di veicoli in meno rispetto al 2007''. Ma pur in questo scenario l'industria automotive è ''un pilastro della manifattura europea. ''Circa 13 milioni di cittadini europei dipendono direttamente o indirettamente dal lavoro della nostra filiera'' e ''il nostro settore - ha precisato - è il principale innovatore a livello continentale, con oltre un quarto dell'investimento in innovazione e sviluppo pari a oltre 32 milioni di euro per anno e oltre 9.500 brevetti realizzati. Inoltre l'attivo commerciale rappresentato dall'esportazione di veicoli e componenti 'made in Europe' è pari a oltre 90 miliardi di euto l'anno''. Anche in Italia - ha precisato il presidente dell'Anfia - ''la filiera dell'auto dà lavoro a circa 1,2 milioni di addetti ed è il maggior investitore privato in innovazione e sviluppo con 2 miliardi di euro l'anno''. Ma ''la produzione di autoveicoli si è progressivamente assottigliata fino ad arrivare alle circa 400 mila vetture del 2012, ovvero 500 mila vetture in meno rispetto a cinque anni fa (-56%). E nel 2013 la stima è di 350.000 vetture prodotte''. Vavassori ha precisato che ''il trend del rapporto tra autovetture prodotte e immatricolate negli ultimi 6 anni è negativo'' e ''in Italia si produce meno del 30% dell'immatricolato, cioè solo una vettura su quattro''.

Ne consegue che ''il mercato ha perso il 44% in volume dal 2007 al 2012 e nel 2013 chiuderà con una contrazione di oltre il 7%''. Inoltre, ''secondo le previsioni il mercato dell'auto in Italia raggiungerà di nuovo 1,8 milioni di autovetture nuove vendute solo nel 2017, grazie al progressivo invecchiamento del parco auto, che gli anni di crisi stanno determinando''. Per rilanciare il settore il presidente dell'Anfia chiede al Governo una serie di interventi. Tra i primi c'è quello sulla fiscalità dell'auto, ''giunta a quasi 73 miliardi di euro l'anno'', che va resa ''meno opprimente e più capace di promuovere gli investimenti in tecnologie ecologiche fatti dall'industria negli ultimi anni, abolendo gli inutili balzelli recentemente introdotti, quali il superbollo, e la assurda diminuzione dei vantaggi fiscali per le auto aziendali''. Altre misure necessarie sono: la diminuzione del caos normativo, la semplificazione burocratica e la riduzione della rigidità del mercato del lavoro.

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