Pagine

mercoledì 24 ottobre 2012


Il nuovo codice del turismo, entrato in vigore con il Decreto legislativo 79/2011 nel giugno 2011, riconosce le aree di sosta camper tra le “strutture ricettive”, sebbene siano annoverate tra le “strutture di mero supporto turistico” e non tra le
“strutture ricettive all’aria aperta”, come, invece, le aree di sosta (comunali o private) effettivamente sono, similmente ai campeggi, ai campeggi nell’ambito delle attività agrituristiche e ai villaggi turistici.

tra le novità di interesse per il settore del turismo en plein air, introdotte nel sistema normativo nazionale, dal codice del turismo:
 l’individuazione di standard nazionali minimi qualitativi per le strutture turistiche, che verranno stabiliti con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri. Le Regioni, inoltre, potranno intervenire nella definizione degli standard
migliorandoli e dettagliandoli all’interno delle proprie leggi regionali. sempre a livello nazionale verrà definito un sistema di rating, associabile alle stelle, che consentirà di misurare e valutare la qualità del servizio offerto da tutti gli esercizi turistici.
Le strutture ricettive potranno aderire a questo sistema volontariamente.
se qualche significativo passo in avanti è stato compiuto sul piano normativo nazionale in termini di riconoscimento delle aree di sosta camper e di parificazione alle strutture ricettive, molta strada rimane ancora da compiere per appianare le disparità che si sono create negli anni all’interno delle numerose leggi regionali, divergenze che hanno spesso compromesso lo sviluppo
delle aree di sosta soprattutto a livello comunale. Perché l’area di sosta camper, così come un bed&breakfast o un piccolo
agriturismo, rappresenta un’opportunità turistica con un impatto positivo sull’economia locale e, a differenza di una struttura
ricettiva tradizionale, può essere gestita anche da un ente pubblico come il Comune.

Tornando alla regolamentazione delle aree di sosta, il panorama normativo regionale si presenta ancora carente se consideriamo che alcune Regioni non contemplano alcuna disposizione in materia di turismo itinerante e di ricettività en plein air e, quando presenti, le leggi si limitano a vincolare fortemente la sosta dei turisti in camper e in caravan.
Tra le normative regionali attente al turismo plein air, che sono intervenute per consentire uno sviluppo sostenibile della ricettività dedicata ai camperisti, occorre segnalare la legge regionale n.9 del 2006 della Regione Marche che all’art. 35 riconosce le aree di sosta attrezzate riservate esclusivamente alla sosta di autocaravan e caravan, stabilendone la realizzazione da parte di soggetti privati e pubblici e individuando una sosta massima di 72 ore nel caso di aree di sosta.
La stessa legge, all’art. 11, indica l’obbligo per i campeggi aperti in seguito al 2011 di prevedere uno spazio per la sosta breve di massimo 48 ore.Le prospettive dell’industria del caravanning risultano fortemente influenzate dalla difficile e prolungata crisi economica che sta interessando in particolar modo i Paesi europei, tra cui l’Italia, con conseguenze dirette non solo sulla produzione
nazionale, ma anche sulla capacità di acquisto degli stessi consumatori.
In questo scenario si segnalano, inoltre, alcuni fattori disincentivanti per i possessori di mezzi di trasporto, come l’aumento
dell’IvA, il rialzo vertiginoso dei prezzi dei carburanti, l’aumento costante dei premi assicurativi e dei pedaggi autostradali.
La crescente difficoltà di accesso al credito al consumo, inoltre, costituisce un’ulteriore barriera all’acquisto di nuovi camper.
Il protrarsi della crisi economica comporterà nel tempo profonde trasformazioni delle abitudini e delle scelte di acquisto dei cittadini e delle famiglie, che, rivedendo le priorità di spesa, svilupperanno una maggiore sensibilità alla questione ambientale e alla qualità della vita.In questo difficile contesto economico anche l’industria italiana dei veicoli ricreazionali ha subito un ridimensionamento.
Da una parte è possibile riscontrare come la domanda di nuovi camper e caravan sia cresciuta progressivamente a partire dall’anno 2000. Nel 2007 il settore ha raggiunto, infatti, il record delle 15.000 unità immatricolate, dando prova di notevoli potenzialità e di una costante crescita del comparto raggiunta senza mai beneficiare di alcun sostegno governativo.Dall’altra parte, con l’avvento della crisi economica e finanziaria, la domanda interna ha vissuto, a partire dal 2008,
una decrescita al pari di altri comparti autoveicolistici, fino ai bassi volumi registrati nel 2011 (7.010 unità). Nell’ultimo quadriennio sono stati immatricolati quasi un quarto dei veicoli ricreazionali in meno rispetto al periodo 2000-2003. In Italia la domanda di veicoli ricreazionali nuovi, dunque, ha subito nel 2011 una diminuzione del 6,9% rispetto al 2010 con 8.709 veicoli venduti, di cui 7.010 camper (-7,2%) e 1.699 caravan (-5,7%)I dati sono diversi a seconda che si parli di nuovo o di usato. Mentre per il nuovo, come già è stato detto, c’è stata una
flessione significativa, per l’usato il decremento è minore. Mettendo insieme nuovo e usato la riduzione è contenuta e ciò conferma, quindi, che per gli italiani il camper rappresenta ancora una scelta valida.
Nel 2011 l’andamento del mercato “nuovo” dei camper è andato incontro ad una flessione del 7,2%, con un leggero
peggioramento nel secondo semestre. Nel 2011 la vendita dei veicoli ricreazionali usati ha interessato 21.409 unità, soltanto l’1,2% in meno rispetto al 2010. Ogni 100 nuovi camper immatricolati, dunque, sono stati venduti 305 camper usati, contro i 287 del 2010.

Le caravan
Il comparto ha un mercato piuttosto contenuto rispetto ai principali Paesi europei. Cinque regioni immatricolano il 73% delle caravan: Piemonte (13,5%), Lombardia (25,4%), emilia Romagna (10,1%), veneto (14,8%) e toscana (9,1%). In Italia sono state immatricolate 1.699 unità (-5,7%), a fronte di 17.324 caravan (+11% sul 2010) della Germania e di 10.451 (+6%) della Francia.

Il noleggio
A seconda della modalità d’acquisto, la quota dei camper nuovi immatricolati a noleggio è rimasta pressoché costante, attorno al 15% del totale mercato. A fronte di un mercato in calo, la formula del noleggio può essere sicuramente potenziata con un ampio ventaglio di proposte al cliente finale, in modo tale da garantire il mantenimento dell’attuale clientela e, al contempo, un interessante avvicinamento di quella potenziale, sia sul territorio nazionale che su quello internazionale (per esempio la formula fly+camper).7 Il Parco circolante In Italia circolavano, a fine 2010, circa 260.700 camper. Il 50,6% (131.931 unità) del parco circolante ha più di 10 anni di anzianità, soltanto il 49,4% (128.765 unità) ne ha meno di 10, mentre addirittura il 35,6% ha un’età superiore ai 15 anni.

Questi dati evidenziano come il parco circolante sia particolarmente datato.I Paesi con la più alta densità di camper e caravan ogni 10.000 abitanti sono quelli del Nord e Centro europa, come riflesso della tendenza ad avere un rapporto più diretto con la natura e l’ambiente. L’Italia, tuttavia, si posiziona a metà della
classifica europea per quanto riguarda il numero di possessori di camper rispetto alla popolazione.
 Il nostro Paese scende in fondo alla classifica per quanto concerne, invece, i possessori di caravan.In europa il mercato dei camper è cresciuto progressivamente fino al 2007 (anno record di vendite), per poi subire i cali del 2008 e 2009 rispettivamente del 5,9% e del 20,7%. A differenza del mercato italiano, il mercato europeo dei camper nel 2010 è riuscito a registrare un leggero recupero, misurato intorno al +1,2%, e nel 2011, rispetto all’anno precedente, ha recuperato il 9,1% con volumi allineati a quelli del 2004,Dal confronto con l’europa si evince che il calo della domanda non è imputabile ad una saturazione del mercato che, al contrario, può tornare a crescere, in uno scenario di ripresa economica e di fiducia da parte delle famiglie e dei consumatori.
Ne sono una riprova il forte interesse e la crescente partecipazione di visitatori e di espositori ai saloni del caravanning del 2010 e 2011, oltre che il successo delle iniziative promozionali promosse dal settore (“vinci un weekend in camper” e “Rental pack”).
La domanda di veicoli ricreazionali in europa si è spostata progressivamente dal comparto delle caravan a quello dei camper, che avevano una quota del 35% nel 2001, del 40,5% nel 2005% e del 48% nel 2011 sul totale veicoli ricreazionali.
trend che testimonia la preferenza del pubblico verso soluzioni di viaggio mobili in autocaravan, maggiormente confortevoli e dinamiche rispetto all’uso più stanziale delle caravan.
Avviando un confronto con i mercati di Germania e Francia e rapportando i movimenti dei camper nuovi e usati del 2011
al dato della popolazione residente, l’Italia ha il minor numero di veicoli nuovi venduti: solo 47 ogni 100.000 abitanti, contro 87 della Germania e 104 della Francia. Il rapporto tra usato e nuovo non solo è più alto in Italia che in Francia e Germania, ma continua a salire: 3,1 contro 2,3 della Germania e 2,5 della Francia.


Identikit del camperista italiano

Per tracciare un identikit del turista italiano in camper risulta di particolare utilità analizzare i dati emersi dall’indagine del CIset-Centro Internazionale di studi sull’economia turistica dell’Università Ca’ Foscari di venezia, realizzata in
collaborazione con Doxa per conto di Fiere di Parma.
Il camperista italiano presenta un’età media molto giovane, pari a 39 anni, e nel 50% dei casi è originario dell’Italia settentrionale.
 Il 64% dei camperisti preferisce viaggiare con il coniuge o compagno, oppure con altri familiari e parenti adulti (31%). Il viaggio en plein air viene, dunque, vissuto come un’esperienza a vocazione familiare, infatti più del 20%
dei camperisti pensa ad una vacanza con figli a seguito (nella stessa percentuale rientrano anche gli amici).
Il camperista italiano svolge in media 4 viaggi all’anno, dormendo almeno una notte fuori casa e prediligendo vacanze di almeno 4 notti o brevi week-end (1-3 notti). Altro vantaggio concesso da questa speciale modalità turistica è rappresentato dalla libertà di viaggiare insieme ai propri animali domestici, soprattutto cani o gatti: il 44% degli amanti del camper style,
infatti, non va in vacanza senza il proprio amico a quattro zampe, considerato parte integrante del nucleo familiare.
Lo spirito del turismo en plein air, che promuove la realizzazione di vacanze itineranti prive di barriere, viene anche
confermato dalla scelta del 9% dei camperisti, che decide di partire con persone disabili o aventi difficoltà nei movimenti.
Rispetto alle destinazioni prescelte, il 50% dei camperisti italiani preferisce trascorrere le proprie vacanze al mare, il 21% si
orienta verso un tour in più aree, mentre il 14% predilige un soggiorno in montagna.
Indipendentemente dalle mete, il 76% sceglie la vacanza itinerante (42% da 2 a 3 località), lontana dalla stanzialità ma non dall’abitudinarietà: nel 70% dei casi, infatti, il camperista torna in località già visitate, con una preferenza elevata per l’Italia rispetto all’estero (27%).


2 Identikit del camperista estero

Per tracciare l’identikit del camperista estero risulta interessante esaminare, sempre attraverso l’indagine CIset-Doxa, i profili dei camperisti europei che maggiormente visitano il nostro Paese, ovvero i tedeschi e i francesi. Innanzitutto, è possibile notare come siano mediamente più anziani degli italiani, con un’età media di 47-48 anni.
Rispetto alle origini, i tedeschi provengono principalmente dal Centro e dal sud della Germania (64%), mentre i francesi dal Nord della Francia (56%, di cui il 23% da Île de France). La maggior parte di loro, almeno 3 su 4, viaggia con il coniuge o compagno, mentre circa un quarto con la famiglia al completo. Nello specifico, il 27% dei tedeschi e il 23% dei francesi.
Francesi e tedeschi si differenziano tra loro anche per il numero di viaggi organizzati nel corso dell’anno:
 il camperista tedesco fa in media 3,5 viaggi, dormendo almeno una notte fuori casa sia per vacanze di almeno 4 notti che per brevi weekend (1-3
notti), mentre il francese 4,2 viaggi.
Molto forte l’attenzione agli animali, come nel caso italiano: più di un terzo dei tedeschi e il 41% dei francesi porta con sé anche un animale domestico, soprattutto cani e gatti. L’en plein air costituisce anche per i camperisti esteri un viaggio, per comodità e rapporto con la natura, particolarmente adatto a persone diversamente abili: infatti, il 21% dei tedeschi viaggia insieme a persone disabili, contro il 13% dei francesi.
Le mete preferite dai camperisti tedeschi sono le località lacustri (33%) e marittime (32%), mentre i francesi preferiscono di
gran lunga il mare (58%) optando, in molti casi, per un tour culturale itinerante (13%). Che si tratti di lago o di mare, nel 70-
73% dei casi è abitudine del camperista visitare più luoghi, mentre il 27-30% sceglie la stanzialità in un’unica località.
I camperisti tedeschi tendono comunque ad essere più abitudinari dei francesi e degli italiani: 3 su 4 ritornano in posti già visitati, mentre il 24% preferisce cambiare la propria meta. Nel caso dei francesi, invece, solamente il 58% ritorna nelle stesse località, contro il 42% alla ricerca di nuove esperienze. Inoltre i camperisti tedeschi sono anche più esterofili: il 53% sceglie una destinazione al di fuori dei confini nazionali per la propria vacanza, mentre il 78% dei francesi fa turismo domestico-

Dove sostare: un confronto
Nella scelta della struttura ricettiva, i camperisti italiani si orientano tra la possibilità di usufruire di un campeggio e quella
di avvalersi di aree attrezzate.
Il 52,2% dei camperisti italiani opta per soluzioni al di fuori dei campeggi: il 32,2% preferisce aree attrezzate per camper
a pagamento, il 12,2% aree attrezzate gratuite, mentre il 7,8% il campeggio libero in aree non attrezzate. Coloro che
scelgono campeggi a pagamento sono, invece, il 44,3%, mentre agriturismi o agricamping rappresentano solo il 3,5% delle
preferenze.
I camperisti tedeschi, invece, che sono anche coloro che viaggiano di più all’estero, preferiscono campeggi a pagamento:
il 49,3% sceglie questa soluzione, mentre il 5,3% un agricampeggio. tra coloro che preferiscono sostare in aree aperte
(ovvero aree di sosta, punti di sosta e camper service), al di fuori di campeggi strutturati (41,3%), il 22,7% opta per un’area
attrezzata gratuita, il 13,3% per un’area attrezzata a pagamento e il restante 5,3% sceglie il campeggio libero.
I camperisti francesi, infine, sono indirizzati soprattutto verso il turismo domestico e sostano prevalentemente in aree aperte
(52%). Quasi un terzo di loro si ferma in aree attrezzate gratuite, mentre l’11,6% in aree a pagamento. Rispetto a tedeschi
e italiani, sono anche quelli che amano di più il campeggio libero (11,6%) e che, tra le aree chiuse a pagamento, utilizzano
maggiormente gli agricampeggi rispetto ai camping tradizionali

Come si sceglie un’area di sosta
I fattori considerati più rilevanti dai camperisti italiani e tedeschi per la scelta dell’area di sosta o della struttura ricettiva
all’aria aperta sono nell’ordine:
1. pulizia e igiene;
2. caratteristiche del luogo e posizione dell’area di sosta;
3. percezione di sicurezza;
4. tariffe (nel caso di aree di sosta a pagamento);
5. attrattività della zona circostante.
I camperisti francesi si dimostrano più esigenti ricercando, oltre alla pulizia e alla posizione dell’area di sosta, silenzio etranquillità insieme ad una forte attrattività dell’area a tariffe vantaggiose. La sicurezza, invece, non sembra rappresentare
per loro uno degli aspetti più importanti, forse a causa dell’elevata incidenza del turismo praticato all’interno dei confini nazionali. Altri aspetti presi in considerazione, soprattutto dagli italiani, nella scelta dell’area di sosta sono la professionalità degli operatori e la qualità dei servizi e delle dotazioni, mentre tedeschi e francesi sottolineano in proporzione di più il
comfort dell’area di sosta (ampiezza, ecc.) e, nel caso dei francesi, anche la facilità di accesso con veicoli.
Meno rilevanti, in proporzione, nella scelta dell’area di sosta sono gli aspetti che riguardano l’offerta di sport e di svaghi serali, vista la già elevata mobilità dei camperisti, la facilità di accesso, la presenza di strutture per disabili e l’accoglienza per animali domestici




lunedì 22 ottobre 2012



AUTONOMIA..... CHE DISASTRO !
Autonomia , la frase che da sempre e’ nel vocabolario dei camperisti ,
Ma quanta autonomia ho se uso il webasto?
Ma se monto la satellitare consumo?
Ma se metto tre batterie in parallelo ho più corrente?
Ma per far funzionare il condizionatore quanti pannelli devo montare?
Stop !! fermiamoci qui’ e facciamo un po’ di chiarezza su alcuni punti .
Le abitudini e le idee del camperista sono come le impronte digitali della mano, tutte, una diversa dall’ altra, sicuramente non devo arrivare io per riuscire a metterli d’accordo , però magari un po’ di chiarezza sulla scelta degli accessori non guasta.
Parlando di autonomia mi riferisco a quella piu’ importante cioe’l’elettricita’ all’interno della cellula.
Essa è supportata solitamente da un accumulatore comunemente chiamata batteria servizi, che con il motore in moto riceve carica tramite l’alternatore .
ma credete veramente che la batteria dei servizi si carichi sempre e bene?
Vi spiego ; i valori di una batteria sono tre’ : VOLT, che e’ la tensione con la quale la batteria nasce, AMPERE, che e’ la capienza di autonomia , e lo SPUNTO che serve per lo sforzo massimo a brevissimi periodi es. avviamenti motore e grossi assorbimenti. Spesso capita questo, quando guardate la tensione dopo un lungo viaggio, notate che il valore e’ approssimativo ai 12 /13 volt , ma nonostante ciò, dopo qualche ora la luce si indebolisce , la tv si spegne , il webasto si blocca ; perche questo se la batteria e’ carichissima? No la batteria non e’ carichissima ma ha solo una buona tensione e non un buon Amperaggio .
Questo valore, come già detto è la capienza di autonomia che un accumulatore riceve , la batteria e’ come un recipiente , immaginate di dover utilizzare 100 litri di acqua in un contenitore con riversati all’ interno 30 chili di sabbia ,il risultato sarà che di acqua ne utilizzerete solo 70 lt .
Stupido esempio vero? Ora però spostiamo questo paragone in una batteria. Se nell’ involucro di un accumulatore da 100 ampere si è creata una solfatazione del 50 % , quello che vi rimarrà da consumare sarà solo il restante 50% questi sono conteggi nominali . perché nella realta’ è peggio , in quanto esistono utenze che non appena valore scende sotto un certo voltaggio, esse ti abbandonano senza pieta’ .
cos’è la solfatazione?
Sintezizzo al minimo la spiegazione , questo processo che si crea all’interno delle batterie e’ dovuto alle continue cariche insufficienti e alla sua cattiva gestione, che con il tempo genera un calcare nelle piastre all’ interno, impedendo così alla corrente di prendervi spazio per la ricarica .
Perché la solfatazione?
Sto notando sempre più di frequente questo problema su mezzi di nuova generazione , e questo non perchè essi nascono difettosi , ma ben si dotati di molti accessori che necessitano di molta corrente vediamo solo alcuni esempi:
Impianto di iniezione elettronica
-Vetri elettrici
-Chiusure centralizzate
-Ventilazione interna e condizionatore in cabina
-Quattro lampade H7 alogene,da 55watt di cui due sempre accese
-Super ventole per il raffreddamento del motore,
-Impianto stereo
-Frigorifero magari da150 litri che funziona in viaggio a 12 volt
Quindi il sistema di ricarica tradizionale non potrà mai riuscire a soddisfare al massimo le esigenze della batteria servizi perchè già impegnato a fornire corrente ad altri accessori. Ecco quindi perché le batterie non hanno mai la carica sufficiente e vanno in solfatazione in breve tempo.


OCCHIO ALLE CREPE!
Spesso capita gente in officina con mezzi veramente disastrati nel sottofondo del camper per cause diverse , infiltrazioni , perdite di acqua trascurate , pilette che perdono , bandelle che lasciano trafilare acqua dall esterno.
Ma un problema che molti sottovalutano è la rottura del piatto doccia che non sempre si fa notare con facilità .
Bisogna pensare che il piatto doccia e inevitabilmente appoggiato sul pavimento e quindi sul legno, che non è impermeabile come si crede, ma pronto ad assorbire tutta l’acqua che gli passa vicino .
Se una piccola crepa sul piatto doccia comincia a far penetrare l’acqua , questa si ferma sul piano del pavimento, e dove trova il passaggio comincia a penetrare . Di questo non ci si accorge in quanto non vi sono perdite visibili ed immediate proprio perche la doccia si usa poco , quindi l’acqua ha tutto il tempo di fare il suo compito, ovvero marcire tutto il legno del pavimento . Le storie metropolitane di quello che sprofonda dal pavimento non sono barzellette ma pure realtà da me viste sul ponte in officina , pavimenti letteralmente sfondati . water che cedono con il peso ,gradini che si strappano dal suo fissaggio . Bisogna pensare che una riparazione di questo genere ha dei costi spesso da capogiro in quanto necessita del completo smontaggio della parte marcita , il rifacimento parziale del pavimento ,il nuovo legname ,le nuove giunture , ed il nuovo rivestimento.
Credo che a questo punto valga la pena ispezionare spesso il piatto doccia per assicurarsi che non
vi siano crepature varie in giro . Solitamente i punti più critici sono gli scarichi dell’acqua molto visibili ( VEDI FIG.), ma molto meno visibili sono le piccole crepe agli angoli dove il materiale e molto più sottile . Altro problema e la sigillatura del perimetro , da li il passaggio dell’acqua è obbligato al sottopavimento. Altro problema di cui però spesso ci si accorge è il sotto lavello che lascia passare dalla piletta magari crepata dell’ acqua che seguendo il gocciolamento sul tubo di scarico passa direttamente sotto la doccia o attraversa il pavimento.
Esistono sul mercato alcuni prodotti da applicare per la riparazione della crepa , questi sono molto validi ,ma solo se il problema , cioè la crepa non è in un punto mobile come spesso accade .
Di solito il punto più critico e il punto dove si batte il primo passo di entrata , ci sono molti piatti doccia che sono molto vuoti nel sottofondo , questo fa si che con il tempo si formi inevitabilmente il cedimento del preformato.
Quando viene sostituito un piatto doccia sarebbe utile valutare con molta attenzione i punti d'appoggio , in quanto lo stesso dovrà essere appoggiato su una base più solida ( no troppo) che non lasci la possibilità al piede di far flettere la plasticanel vuoto.

Consigli per l’utilizzo

-Non calpestare mai il piatto doccia con la scarpe

-Evitare di calpestare il piatto nei periodi invernali quando il camper e fermo da molto , accendere prima il riscaldamento per renderlo leggermente più flessibile

-Tappetini in gomma spessa non fanno male ma a patto che ogni volta che si bagnano vengano drenati e non lasciati li bagnati

-Asciugare sempre e bene il piatto dopo la doccia , l’acqua ha molto calcare che crea porosità’ al materiale
-Non fate le gare per chi ha il bagno piu pulito con prodotti spesso smeriglianti ( vim, anticalcari sgrassanti esagerati ) magari difficili da risciacquare , questi indeboliscono la struttura cuocendo il materiale .

- Lavare il piatto con del normale prodotto liquido facile da risciacquare .



Anche questi consigli apparentemente banali servono, al fine di evitare spese da capogiro per la sostituzione del piatto che a volte arriva anche a 2000 euro

venerdì 19 ottobre 2012

COME SI SA IL MIZAR, E PRECISAMENTE LA SUA MANSARDA E' SOGGETTA A DEI PROBLEMI ECCO ALCUNI MATERIALI CHE SI POSSONO ADOPERARE:

DESCRIZIONE LAVORO

Volendo riparare definitivamente  le  infiltrazioni su materiali plastici non è cosa facile.
Avendo io un parente chimico che ha una industria di vernici abbiamo studiato il problema del cupolino del mio Mizar 180 e abbiamo risolto.
Con lo stesso sistema ho risolto anche problemi di riparazione dei fori provocati dal cancro dell’alluminio.
DESCRIZIONE DEI PRODOTTI:                                                                                                  
Polisinter U + catalizzatore – sabbia finissima per vernici – Vigum + catalizzatore – Polvere addensante – rete di plastica.
Questi prodotti li produce la PICAR, non sono prodotti particolari ma non so con quale nome, i stessi prodotti, vengono messi in commercio dalle altre case produttrici.
COME PROCEDERE PER LE RIPARAZIONI:
- Carteggiare la parte da riparare;
- dare una mano di Polisinter U catalizzato al 50% e spruzzare sulla vernice la sabbia lavorandola con il pennello affinché si fissi bene sulla vernice;
- aspettare 24,00 ore;
- catalizzare il Vigum ( una parte di catalizzatore, 10 parti di Vigum)
- addensare con la polvere il Vigum affinché diventi una pasta;
- preparare la rete di plastica, (quelle che si usano anche per stuccare le fessure sulle pareti di casa)
- stendere con una spatola il Vigum addensato, (un po difficile da stendere, tempo di lavorazione circa 30 minuti;)
- per levigare usare alcol e dito in più momenti dell’essiccazione;
- è necessario bel tempo e buone temperature;
- quando il Vigum è essiccato, se tutte le procedure sono state corrette deve rimanere duro, quindi va verniciato.
- è preferibile fare qualche prova prima.
Si possono riparare anche piatti doccia.

VIGUM

Rivestimento poliuretanico bicomponente autolivellante impermeabilizzante per pavimenti. 

Prodotto bicomponente, esente da solventi, a base di poliolo ed inerti selezionati da catalizzare con uno specifico indurente isocianico aromatico.Il Vigum presenta un buon grado di elasticità, ottima resistenza all’ acqua ed agli oli, scarsa resistenza agli acidi organici, buona aderenza su ogni tipo di supporto, elevata resistenza all’ abrasione, è pedonabile e carrabile con mezzi gommati.
Per la natura chimica dei suoi componenti il Vigum può subire delle alterazioni di colore se esposto ai raggi UV, più evidenti nei colori chiari. Per tale ragione, laddove è importante conservare un buon aspetto estetico, si consiglia la sopraverniciatura con smalti poliuretanici resistenti alla luce come il Polisinter U.
La sopraverniciatura con il Polisinter U consente, inoltre, di personalizzare i lavori eseguiti con il Vigum rendendo possibile una vasta gamma di finiture: colori a scelta, effetto liscio o antisdrucciolo, aspetto brillante o opaco.
Le superfici trattate con il Vigum sono di facilissima manutenzione: è sufficiente una verniciatura con il Polisinter U per ripristinare l’ aspetto estetico originario 


Caratteristiche generali
Prodotto bicomponente, esente da solventi, a base di poliolo ed inerti selezionati da catalizzare con uno specifico indurente isocianico aromatico.Il Vigum presenta un buon grado di elasticità, ottima resistenza all’ acqua ed agli oli, scarsa resistenza agli acidi organici, buona aderenza su ogni tipo di supporto, elevata resistenza all’ abrasione, è pedonabile e carrabile con mezzi gommati.
Per la natura chimica dei suoi componenti il Vigum può subire delle alterazioni di colore se esposto ai raggi UV, più evidenti nei colori chiari. Per tale ragione, laddove è importante conservare un buon aspetto estetico, si consiglia la sopraverniciatura con smalti poliuretanici resistenti alla luce come il Polisinter U.
La sopraverniciatura con il Polisinter U consente, inoltre, di personalizzare i lavori eseguiti con il Vigum rendendo possibile una vasta gamma di finiture: colori a scelta, effetto liscio o antisdrucciolo, aspetto brillante o opaco.
Le superfici trattate con il Vigum sono di facilissima manutenzione: è sufficiente una verniciatura con il Polisinter U per ripristinare l’ aspetto estetico originario 
Campi d'mpiego Vigum è una malta autolivellante specifica per lavori di:
impermeabilizzazione di terrazzi, balconi e coperture, caratterizzate da prestazioni eccellenti rispetto alle comuni guaine bituminose o alle guaine elastomeriche acriliche. Il Vigum è particolarmente indicato per i terrazzi frequentati in quanto è molto resistente al transito ed all’ usura. Inoltre, assicura doti estetiche notevoli perché la superficie trattata si presenta monolitica, di colore uniforme, di aspetto liscio o antisdrucciolo, brillante o opaco a seconda del trattamento di finitura scelto.
realizzazione di pavimentazioni industriali. Il Vigum costituisce una valida alternativa agli autolivellanti epossidici laddove possibili vibrazioni del supporto sconsigliano l’ uso di prodotti troppo rigidi e suggeriscono, invece, l’impiego di malte dotate di una certa elasticità come appunto il Vigum. Il prodotto è, dunque, ideale per pavimentare soppalchi, strutture metalliche sopraelevate, rampe, ecc.
Caratteristiche tecniche

Colori disponibili        grigio, rosso, verde, cotto
Aspetto        semilucido
Peso specifico        1.4 kg/lt +/- 0.05
Viscosità Brookfield a 25 °C        10000 – 13000 cps
Rapporto di miscela A : B        100 : 15
(A = base; B = indurente)
Pot-life (tempo utile di lavorazione) a 20 °C    30 minuti
Tempo di fuori polvere a 20 °C        2 ore
Tempo di sopraverniciabilità a 20 °C        12 ore
Tempo di esercizio a 20 °C        2 giorni
Temperatura di applicazione        da+ 7 °C a+35°C
Umidità relativa di applicazione (UR)    max 70 %
Tempo di essiccamento completo a 20 °C        6 giorni
Spessore consigliato per pavimentazioni        2 – 3 mm
Spessore consigliato per impermeabilizzazioni        2 – 2,5 mm
 Applicazione 
Il supporto da trattare deve essere ben pulito e sgrassato e non deve contenere polveri o agenti assorbenti. Le superfici molto lisce, ad es. di mattoni smaltati o ceramizzati, devono essere irruvidite mediante levigatrice a disco rotante o pallinatrice.

Prima di applicare il Vigum il supporto deve essere adeguatamente preparato con un fondo. Le superfici metalliche vanno trattate con il fondo anticorrosivo epossidico Ridupox Z25 mentre quelle cementizie con un primer epossidico da scegliere in relazione alle specifiche esigenze: per lavori in esterno è indicato il prodotto a solvente Picapox Primer D, per gli interni è consigliabile il primer all’acqua Idropox Primer H2O, per i fondi umidi va usato il prodotto Picapox Primer FU.

Il Vigum è molto sensibile all’umidità atmosferica e del supporto che può provocare la formazione di bolle e crateri nel rivestimento. Se si sospetta la presenza di umidità nel sottofondo è consigliabile applicare, oltre al primer, uno strato dello stucco epossidicoDurapox A20 armato con rete di vetro come barriera chimica.

Il Vigum può essere armato con rete di vetro.

L’applicazione del Vigum va eseguita con spatola dentata e successivamente va passato un rullo frangibolle per disaerare il rivestimento.

Precauzioni d'uso 

Mescolare accuratamente i due componenti nel rapporto indicato.
Dopo la miscelazione dei componenti il prodotto è pronto all’uso, non necessita di alcuna diluizione. Diluizione Non necessita di diluizione Resa Per ottenere rivestimenti dello spessore di circa 2 mm occorrono 3 kg di prodotto per ogni mq di superficie da trattare. Conservazione In recipienti originali ed integri, protetti dal gelo e dal caldo eccessivo, il prodotto si conserva per circa 24 mesi.

Avvertenze Nelle normali condizioni d’uso il prodotto non è dannoso per gli addetti alla sua manipolazione. Durante l’applicazione non mangiare, non bere e non fumare, usare indumenti protettivi quali guanti, occhiali e mascherina. 

Polisinter U - Va usato come aggrappante

Descrizione
Smalto poliuretanico universale
Smalto poliuretanico bicomponente universale.
Prodotto con buona resistenza alle intemperie, all’acqua, ai detersivi e ai solventi, elevata resistenza al graffio, eccezionale adesione su svariati supporti. E’ formulato con un indurente alifatico che conferisce un’ottima stabilità del colore alla luce.
Caratteristiche generali
Prodotto con buona resistenza alle intemperie, all’acqua, ai detersivi e ai solventi, elevata resistenza al graffio, eccezionale adesione su svariati supporti. E’ formulato con un indurente alifatico che conferisce un’ottima stabilità del colore alla luce.
Campi d'mpiego
Polisinter U è uno smalto universale, adatto alla verniciatura di ogni tipo di supporto: ferro, lamiere zincate, acciaio, leghe leggere, legno, materie plastiche, linoleum, cemento, manufatti in poliestere o in policarbonato, ecc.
Trova, pertanto, impiego in svariati settori:
• verniciatura di strutture metalliche e macchinari, gru, sgrigliatori, silos, carpenteria, supporti di sezionatori, interruttori elettrici, trasformatori, ecc.;
• vernice di finitura per supporti in vetroresina (barche, piscine, ecc.);
• rivestimento di superfici in cemento;
• mano a finire per pavimenti realizzati con autolivellanti epossidici (tipo ns. PICAPOX P/A);
• mano a finire per guaine impermeabilizzanti sia elastomeriche che poliuretaniche (tipo ns. PIGUM e VIGUM).

Caratteristiche tecniche
Colori disponibili            cartella RAL
Contenuti in solidi        52%
Aspetto                brillante
Densità a 20°C        1.2 kg/Lit
Rapporto di miscela A:B        2:1
(A = base; B = indurente)        62:38
Rapporto di miscela in volume A:B         2 ore
Pot-life (tempo utile di lavorazione)        40 minuti
Tempo di fuori polvere a 20°C          24 ore
Tempo di sopraverniciabilità a 20°C      max 70%
Tempo di indurimento a 20°C        min 10°C
Spessore Consigliato     60 – 100 micron

Applicazione
Può essere effettuata a pennello, a rullo o mediante pistola airless regolando l’apertura dell’ugello .
Il supporto deve essere adeguatamente pulito e sgrassato.
Le superfici ferrose vanno pretrattate con il fondo anticorrosivo epossidico Ridupox Z25 o altri anticorrosivi tipo zincanti. Su tutte le altre superfici il Polisinter U può essere applicato direttamente. I supporti lisci vanno irruviditi mediante una leggera carteggiatura.

Preparazione:
Mescolare accuratamente i due componenti nel rapporto indicato.
Dopo la miscelazione dei componenti il prodotto è pronto all’uso per le applicazioni a pennello e a rullo, mentre va diluito con diluente per poliuretanici nella misura massima del 10% per le applicazioni a spruzzo.

Precauzioni d'uso
Diluizione

Resa
E’ subordinata al supporto da trattare e allo spessore richiesto.
Mediamente con 1 kg di prodotto si trattano circa 5 mq di superficie con spessore 70 micron.

Conservazione
In recipienti originali ed integri, protetti dal gelo e dal caldo eccessivo, il prodotto si conserva per circa 12 mesi.

Avvertenze
Nelle normali condizioni d’uso il prodotto non è dannoso per gli addetti alla sua manipolazione. Durante l’applicazione non mangiare, non bere e non fumare, usare indumenti protettivi quali guanti, occhiali e mascherina.