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giovedì 28 aprile 2016

portamoto applicati in germania......

tutto quello che si puo' al di fuori dei confini italiani

perche' in italia no e in francia si', carrello portamoto

due esempi di carrello potamoto uno fatto in italia ma non viene omologato
il secondo rappresenta uno dei vari modelli costruiti in europa ( Francia) ove possono circolare liberamente.
https://youtu.be/bNhucx1wIwY https://youtu.be/bNhucx1wIwY
https://youtu.be/QUXHOXZHHNw  https://youtu.be/QUXHOXZHHNw

domenica 17 aprile 2016

Batterie e ancora informazioni x i dubbiosi

Lo scopo delle batterie non è quello di produrre elettricità ma di di accumulare o immagazzinare l'elettricità. Le reazioni chimiche all’interno delle batterie variano a seconda che l’energia elettrica venga immagazzinata o rilasciata. Fortunatamente, nelle batterie ricaricabili al piombo, questo processo può essere ripetuto più e più volte. Tipicamente le batterie non offrono un'efficienza del 100% ma si attesta su valori inferiori. Questo significa che un po’ di energia viene persa sotto forma di calore durante le reazioni chimiche di carica e scarica. Ed esempio, prelevando 1000W (watt) da una batteria, la stessa potrebbe richiederne 1200 per essere ricaricata completamente. Per incrementare l’efficienza si devono impiegare correnti di carica o di scarica basse (la famosa carica o scarica lenta…).  Per questo motivo una batteria con capacità nominale di 180Ah valutata su 6 ore, potrebbe essere valutata da 220Ah su 20 ore o 260Ah su 48 ore. Aprrofondiremo questo aspetto più avanti. Le nostre batterie vengono valutate sulla base delle 20 ore. L’efficienza tipica delle celle al piombo si attesta sul 85-95%. A titolo informativo le batterie alcaline e NiCd sono sul 65-70%.
Quali sono i principali tipi di batterie al piombo?
Le batterie possono essere classificate in due modi, per tipo di applicazione o per tecnica costruttiva.
Le due principali distinzioni per applicazione sono Automotive e Deep-Cycle.
Le automotive sono destinate al mondo auto delle auto e delle moto e servono per i servizi e per l’avviamento. Le Deep-Cycle includono le applicazioni fotovoltaiche e i sistemi di back-up elettrico. I principali tipi di costruzione si differenziano per come viene gestito il liquido elettrolita. Ci sono le Flooded (letteralmente “allagate” o umide), quelle al Gel e quelle AGM (Absorbed Glass Mat). Le Batterie AGM sono chiamate anche “a secco” in quanto la fibra di vetro che le costituiscono è saturata al 95% con acido solforico e il liquido in eccesso è trascurabile. Le batterie Flooded possono essere di tipo standard con tappi di rabbocco oppure di tipo "maintenance free/senza manutenzione".
Le batterie al Gel possono essere Sigillate oppure “Valve Regulated” dove una piccola valvola mantiene una leggera pressione positiva. Quasi tutte le batterie AGM sono sigillate (ermetiche) con regolazione a valvola (comunemente indicate come VRLA - Valve Regulated Lead-Acid). Questo valvola è importante perché durante la fase di ricarica si può formare del gas all’interno dell’accumulatore. La maggior parte delle valvole sono regolate con pressione da- 1 a 4 psi a livello del mare.
Che cos’è una Batteria AGM?
E' una tipologia di batteria ermetica sempre più diffusa, che non necessita di alcuna manutenzione. La peculiarità di queste batterie è l’utilizzo di un tessuto spesso in fibra di vetro impregnato di elettrolita che separa le piastre in piombo. Il materiale utilizzato è una finissima fibra di vetro boro-silicato. Questi tipi di batterie hanno tutti i vantaggi degli accumulatore al Gel, ma supportano meglio eventuali eccessi di utilizzo. Come le batterie al Gel, le batterie AGM non perdono acido in caso di rottura del contenitore (in caso di danno particolarmente importante all'involucro esterno posso presentare una dispersione di elettrolita molto contenuta).
Quali sono i vantaggi delle Batterie AGM?
Le batterie AGM non perdono liquido anche se danneggiate, e non richiedo alcuna manutenzione. Sono inoltre definite a “ricombinazione" in quanto l'ossigeno e idrogeno presente nell'acqua si ricombinano all'interno della batteria stessa. Negli accumulatori a ricombinazione, i gas che si generano per elettrolisi dell’acqua vengono ricombinati durante la fase di carica attraverso il cosiddetto “ciclo di ricombinazione dell’ossigeno”, generando nuovamente acqua. L’efficienza della ricombinazione è tipicamente del 99% il che significa che la perdita d’acqua diventa trascurabile.
Le modalità di carica (tensioni e correnti) per la maggior parte delle batterie AGM sono le stesse di una batteria di tipo standard (a parità di tensione e capcità nominale), quindi non è necessario ricorrere a caricatori o regolatori appositi.
La resistenza interna è estremamente bassa e non vi è quasi nessun riscaldamento della batteria, nemmeno con elevate correnti di carica o scarica. Le batterie AGM hanno un tasso di autoscarica molto basso (da 1% a 3% al mese). Una batteria AGM può essere conservata per un lungo periodo di tempo (tipicamente fino a 6 mesi) senza ricarica.
Le modalità di assemblaggio delle piastre AGM rendono questo tipo di batteria in grado di resistere a urti e vibrazioni meglio di qualsiasi batteria standard.
Che cosa significa la sigla Ah presente sulle batterie?
La sigla Ah, si legge Ampere-Ora e identifica la capacità di erogare corrente di una batteria. Essa varia in relazione all’intensità della corrente erogata. La capacità nominale (C) viene convenzionalmente definita alla scarica in 20 h, con una tensione di fine scarica di 1,75V per cella galvanica a una temperatura tra 20/25°C. Ricordiamo che in una batteria al piombo la cella galvanica ha una tensione nominale di 2V. La capacità di una batteria (Ah) viene espressa come il prodotto tra la corrente di scarica (A) e il tempo (h) trascorso fino al raggiungimento della tensione finale di scarica. "Un ampere-ora è un ampere per un'ora, oppure 2 ampere per mezz’ora, 4 ampere per un quarto d’ora e così via.
Ad esempio, se avete un carico che assorbe 20A (ampere), e viene utilizzato per 20 minuti, per calcolare gli Ah utilizzati si usa la seguente formula:
20 (Ampere) x 0,333 (ore) = 6.67 Ah.
Attenzione! Per valutare la capacità delle batterie viene quasi sempre utilizzo il rate 20h. Questo significa che, nel caso di una batteria da 12V, viene scaricata fino a 10,5 volt in un periodo di 20 ore, e ne viene misurato il valore in Ah che riesce a fornire durante tale periodo di periodo di scarica. Alcuni produttori riportano nei datasheet delle loro batterie le tabelle del tasso di scarica in periodi diversi (es. 6 ore e 100 ore) agevolando il confronto tra diversi modelli per diverse applicazioni.
Ad esempio nel caso di batterie industriali, viene utilizzato il rate 6h che rispecchia il tipico ciclo di lavoro quotidiano. Altre volte viene utilizzato il rate 100h per indicare una prestazione migliore di quella reale anche se, il dato a 100h è utile per capire la capacità della batteria per esigenze di backup a lungo termine. Come già scritto in precendenza, le batterie al piombo sono più efficienti con basse correnti di scarica. Per questo motivo, maggiore è il tempo di scarica e maggiore sarà la capacità risultante.
Le batterie si scaricano quando non sono utilizzate?
Tutte le batterie, a prescindere dalla loro chimica, sono soggette ad autoscarica. Il tasso di autoscarica dipende sia dal tipo di batteria che dalla temperatura di conservazione delle batterie. Nel caso delle batteria al piombo, un valore generale di autoscarica da considerare è di circa il 1% - 3% a settimana arrivando anche a valori di 2% al mese nel caso delle batterie Fiamm FGL; indipendenemente dal tipo di batteria è opportuno tenere in considerazione l'importanza delle temperatura, i valori indicati sono normalmente valutati con una temperatura ambiente di 20/25°C.

Batterie servizi

Utilizzare  batterie  auto  come  servizi,  sempre  che  non  si  installino  nella  cellula,  non comporta  controindicazioni;  sicuramente  le  prestazioni  energetiche  saranno  inferiori. Il  fattore  temperatura  è  molto  importante,  si  pensi  che  la  capacità  della  batteria  varia secondo questo fattore.

BATTERIE  AL  GEL.
Le  batterie  al  gel  non  sono  molto  adatte  come  batterie  di  servizio,  perché  nate  per alimentare  gruppi  di  continuità  durante  l'assenza  di  energia;  in  pratica,  nell’uso  sui  V.R., costanti  cicli  di  scarica  e  carica  fanno  si  che  il  gel  presente  all'interno  della  batteria  tenda  a solidificarsi. Anche le batterie al gel sono considerate a scarica lenta.

BATTERIE  AGM
1)  Il  termine  AGM  significa  Absorbed  Glass  Mat,  queste  batterie  sono  conosciute  anche come  VRLA,  sicuramente  più  efficienti  delle  batterie  auto,  perché  costruite  per  essere impiegate  nei  servizi  in  genere;  ogni  cosa,  non  a  caso,  nasce  per  un  utilizzo  ben  preciso.
2)  Non  si  può  affermare  che  i  pannelli  fotovoltaici  siano  inutili  e  nemmeno  si  può  parlare  di “tensione  iniziale”  di  carica,  bensì  di  “corrente  iniziale”.  Per  i  consumi  di  un  camper  e  per  le sue  possibilità  ridotte  di  spazio  sul  "tetto",  il  pannello  solare  adottato  è  in  genere sottodimensionato. Ad  esempio,  partendo  dal  presupposto  di  avere  una  batteria  realmente  carica  e  di  aver consumato  5Ah  x  10  ore,  un  pannello  fotovoltaico  di  tipo  monocristallino  da  110  W  è  in grado  di  fornire  circa  50Ah/giorno  in  estate,  quindi  si  riuscirà  a  ricaricare  sicuramente  la batteria  di  servizio;  ma  sappiamo  tutti  che  i  consumi  all'interno  di  un  veicolo  ricreazionale sono  più  elevati  e  l’efficienza  del  sole  in  inverno,  quando  i  consumi  sono  maggiori,  è veramente  bassa.
3)  Riguardo  la  “tensione  di  carica”,  molti  regolatori  erogano  circa  13,7  /  14  Volt;  nel  leggere le  targhette  delle  batterie,  si  nota  che  la  tensione  di  ricarica  di  una  batteria  auto  è  pari  a 14,6/14,8  Volt  e  che  quella  di  mantenimento  per  una  batteria  carica  è  di  13,8/14  Volt. Sicuramente  con  parametri  non  adatti,  sarà  impossibile  ricaricare  una  batteria  AGM  al 100%.
4)  È  molto  importante,  oltre  a  prevedere  d’installare  batterie,  di  preoccuparsi  di  verificare se  la  o  le  batterie  di  servizio  saranno  poi  effettivamente  ricaricate.
5)  La  tensione  misurata  dagli  strumenti  di  bordo  dei  camper,  non  è  competenza  di  questa discussione,  ma  sicuramente  non  è  la  sola  verifica  veritiera  per  constatare  il  buono  stato  di carica  della  batteria  servizi.  Un  accumulatore  quando  carico  deve  mantenere  stabile  la tensione  anche  in  presenza  di  assorbimenti  importanti  (questa  è  una  delle  differenze importantissime  tra  batterie  auto  e  AGM).   Leggendo  le  schede  tecniche  delle  batterie  Gel  e  AGM  si  può  notare  che  il  rendimento  in presenza  di  elevati  cicli  di  scarica  e  carica  anche  profondi,  le  AGM  hanno  una  durata  è  un efficienza  superiore  alle  batterie  Gel,  soprattutto  in  presenza  di  carichi  elevati,  cosa  da  non sottovalutare.   La  tensione  cui  si  fa  molto  spesso  riferimento,  13,8  Volt,  è  definita  tensione  di mantenimento,  cioè  serve  per  mantenere  in  carica  una  batteria  già  carica.  I  produttori  di batterie  riportano  questi  parametri  nelle  loro  schede  tecniche. L'importanza  di  caricabatterie  di  qualità  e  del  variare  della  tensione  in  funzione  della temperatura,  può  essere  comprensibile  partendo  dalla  seguente  affermazione: "Se  le  batterie  AGM  vengono  caricate  a  10°,  si  può  arriva  a  14,9  V  e  a  0°  a  15,1  V" Affermazione  valida,  ma  da  chiarire  meglio: Se  la  tensione  di  ricarica  non  viene  automaticamente  compensata  in  funzione  della temperatura  delle  batterie  stesse,  si  finisce  per  avere  una  serie  di  fenomeni  di sovraccarica  o  sottocarica,  con  conseguente  perdita  di  vita  utile. Un  buon  caricabatterie  è  dotato  di  compensazione  automatica  di  temperatura,  che  ha  il compito  di  correggere  automaticamente  il  valore  di  tensione  di  ricarica,  mantenendolo secondo  parametri  corretti  (14,4  Volt),  usualmente  da  -20°C  a  +60°C. Se  caricassimo  una  batteria  AGM  a  14,9  Volt,  con  ogni  probabilità  si  danneggerebbe irreparabilmente.

UN PO’  DI  TEORIA
Principale  funzionamento  della  curva  IUoU: I:  corrente  costante,  il  caricabatterie  eroga  la  sua  massima  corrente. U:  la  corrente  scende  e  la  tensione  sale  fino  a  raggiungere  il  parametro  di  fine  carica,  che varia  secondo  la  diversa  tipologia  di  batteria,  rimanendo  in  questa  configurazione,  fino  a quando  la  corrente  assorbita  dall’accumulatore  è  uguale  a  pochi  mA. o:  simbolo  che  indica  la  commutazione. U:  tensione  di  mantenimento  a  13,8V,  viene  attivata  quando  la  corrente  è  quasi  zero  per mantenere  in  carica  l'accumulatore,  cosi  facendo  possiamo  lasciare  la  batteria  collegata  al caricabatterie  senza  danneggiarla. Parametri  ideali  per  batterie  GEL:  14,4  Volt. Parametri  ideali  per  batterie  AGM:  14,8  Volt  (equalizzazione  15,5V  per  due  ore). Quello  descritto  sopra  è  il  funzionamento  generale  di  un  caricabatterie  a  tre  curve, tralasciando  i  parametri  tecnici  di  contorno  per  ogni  curva. EFFICACIA  DI  FUNZIONAMENTO  DEL  CARICABATTERIE In  pratica  il  caricabatterie  a  220  Volt,  installato  sui  camper,  dovrebbe  ricaricare  al  100%  la batteria  di  servizio,  ma  su  molti  veicoli  ricreazionali  questo  non  avviene,  cosa  assurda  ma purtroppo  reale. Si  sente  spesso  parole  di  camperisti:  "ho  lasciato  il  camper  sotto  carica  per  12  ore,  ma  la mia  batteria  di  servizio  si  scarica  subito,  la  batteria  è  rovinata?  Devo  cambiarla?" Questo  avviene  quando  il  caricabatterie  installato  sul  mezzo  non  è  stato  progettato  per fare  il  caricabatterie,  ma  si  avvicina  più  a  un  alimentatore  stabilizzato  con  tensioni  di  uscita intorno  ai  13,8  /  14,2  Volt.   Un  buon  caricabatterie  dovrebbe  avere  minimo  le  tre  curve  di  carica  IUoU,  corrente costante,  tensione  costante;  a  carica  terminata  dovrebbe  collocarsi  sulla  tensione  di mantenimento  di  13,8  Volt. Si  ricorda  che  per  ricaricare  le  batterie  di  servizio  tipo  Acido  e  VRLA  c’è  bisogno  di  una tensione  pari  a  14,6  /  14,8  Volt;  per  quelle  al  gel  14,4  Volt. Per  quanto  riguarda  le  batterie  ad  acido  libero,  confermo  che  queste,  quando  ricaricate, emanano  esalazioni  nocive. La  carica  della  batteria  di  servizio  tramite  l'alternatore,  il  quale  è  un  generatore  di  corrente e  non  un  caricabatterie,  avviene  in  genere  al  70%  e  con  parametri  non  corretti,  senza contare la caduta di tensione fino alla batteria servizi, perché: La corrente iniziale massima di carica è troppo elevata. La  tensione  di  carica  dell’alternatore,  circa  14  Volt,  è  considerata  di  mantenimento;  esso è  stato  appositamente  progettato  per  mantenere  carica  la  batteria  del  motore,  che generalmente  viene  utilizzata  esclusivamente  per  la  messa  in  moto  e  per  fornire  corrente sufficiente  ai  consumi  della  meccanica. Il  booster  non  accelera  la  carica  della  batteria,  ma  adattando  corretti  parametri  di  corrente e  tensione  riesce  a  ricaricare  al  100%  la  batteria  di  servizio,  cosa  che  non  avviene  con l'alternatore. Il  tempo  di  ricarica  delle  batterie  si  basa  sulla  regola  di  1/10  della  capacità  per  10/12  ore per  una  ricarica  adeguata;  nel  caso  in  cui  il  tempo  di  ricarica  sia  limitato,  si  adottano diversi  parametri,  ci  si  può  basare  su  1/4  della  capacità  (la  corrente  iniziale  di  ricarica  sarà più  elevata)  o  ad  es.  nel  caso  dei  muletti  le  batterie  vengono  ricaricate  per  mezzo  di caricabatterie  con  curve  Wa  o  WoWa  che  eseguono  una  carica  veloce  ma  nel  pieno rispetto  dei  parametri  delle  batterie. La  batteria  sarà  carica,  quando  la  corrente  sarà  quasi  zero  e  la  tensione  di  ricarica avrà  raggiunto  14,4  V  (in  questo  caso  vale  per  le  Gel). Il  booster  sicuramente  in  due  ore  di  viaggio  non  ricaricherà  una  batteria  con  stato  di carica  0%,  ma  adeguerà  una  corrente  iniziale  ideale  per  non  rovinare  le  batterie, oltre  che  a  fornire  un  parametro  di  corrente  e  tensione  adeguata. La  tensione  di  mantenimento  è  cosi  chiamata,  perché  ideale  per  mantenere  in  carica un  accumulatore  carico. Il  parametro  di  scarica  limite  è  di  10,5  V,  oltre  il  quale  sarà  presente  una  scarica profonda;  il  corretto  funzionamento  della  batteria  non  sarà  garantito  e  l'eventuale danneggiamento  sarà  molto  probabile. SOLVER Il  solver,  prodotto  molto  utile,  permette  di  evitare  la  solfatazione  sulle  piastre  degli accumulatori.  Questo  fenomeno  avviene  quando  si  lascia  un  accumulatore  scarico  o parzialmente  carico. Nel  caso  specifico  dei  Veicoli  Ricreazionali  (V.R.),  nei  quali  l'accumulatore  con  sistemi standard  viene  ricaricato  al  70%,  il  solver  trova  maggiore  impiego. Non  si  hanno  riscontri  pratici  sulla  efficacia  di  questo  dispositivo  “in  campo”;  questo apparecchio  lavora  generando  una  tensione  ad  impulsiva,  teoricamente  riuscendo  a disgregare l'ossido di piombo cristallino che si forma sulle piastre.

COME CARICARE LE BATTERIE
Per  non  danneggiare  le  batterie,  si  deve  rispettare  la  corrente  iniziale  massima  di  carica, che  varia  secondo  la  tipologia  costruttiva  degli  accumulatori;  è  ovvio  che  in  un  camper, dove  abbiamo  bisogno  in  breve  tempo  di  ricaricare  le  batterie  di  servizio,  non  possiamo applicare  il  tutto  alla  regola,  in  effetti,  sul  veicolo  ricreazionale  avviene  una  carica dinamica,  cioè  noi  immettiamo  energia,  ma  allo  stesso  tempo  la  consumiamo. Perciò  la  regola  può  essere  sicuramente  applicata,  sia  quando  non  abbiamo  fretta  di ricaricare  le  batterie,  sia  quando  non  applichiamo  nessun  carico  mentre  la  stiamo ricaricando,  in  altre  parole  durante  una  ricarica  statica. La  corrente  massima  iniziale  di  carica  è  riportata  sulle  targhette  delle  batterie,  quindi bisogna  fare  bene  attenzione  a  questo  parametro,  altrimenti  possiamo,  a  lungo  andare, danneggiare  l'accumulatore. BOOSTER Il  booster  non  è  altro  che  un  caricabatterie  mobile  a  due  o  più  curve,  che  preleva energia  dalla  batteria  di  avviamento/alternatore,  quando  il  mezzo  è  in  moto  e  adegua i  corretti  parametri  di  tensione  e  corrente  sulla  batteria  di  servizio. I  principali  parametri  corretti  per  la  ricarica  delle  batterie  AGM  ed  ACIDO  sono: Tensione  di  carica  14,6  -  14,8  Volt,  l'alternatore  fornisce  14,0  Volt; Corrente  iniziale  massima  di  carica  (per  AGM  100AH  <  40A,  per  Pb-acido  <10A  ). Il  Booster  da  25A  fornisce  evidentemente  max  25  Ampere;  l'alternatore,  in  condizioni  di batteria  servizio  scarica,  può  fornire  tutta  la  corrente  a  disposizione,  ignorando  il parametro  fondamentale  di  cui  sopra. In  più  l'alternatore,  non  a  caso,  eroga  questi  valori  parametrici,  ma  è  stato  ben  progettato così;  in  altre  parole  ha  una  tensione  corretta  per  mantenere  in  carica  una  batteria  di avviamento,  che  di  regola  viene  usata  solo  per  l'avviamento  e  dispone  di  una  corrente ideale  per  soddisfare  i  consumi  della  meccanica.

sabato 16 aprile 2016

Batterie agm, come ricaricarle

Se  vogliamo  ricaricare  batterie  ad  Acido  o  di  tipo  AGM,  abbiamo  bisogno  di  una  tensione compresa  tra  13,6  e  15,1  Volt  a  seconda  della  temperatura  ambiente  (!!!). Partendo  dal  presupposto  che  ogni  oggetto  nasce  per  un  utilizzo,  riflettiamo  sulla differenza  di  questi  due  accumulatori. La  prima,  ad  acido  libero  è  costruita  per  l’uso  avviamento  veicoli,  possiede  spunto,  emana esalazioni,  ha  bisogno  di  manutenzione,  ha  un  costo  irrisorio  e  la  corrente  in  Ah  è nominale,  in  altre  parole  se  noi  applichiamo  un  carico  da  10Ah  su  un  accumulatore  ad acido  da  100Ah,  la  nostra  batteria  durerà  decisamente  meno  di  10  ore. Si  pensi  che  il  peso  di  una  batteria  auto  da  100Ah  sia  notevolmente  inferiore  a  quello  di una  100Ah  AGM. Le  batterie  AGM  sono  costruite  per  essere  usate  come  batterie  di  servizio,  in  altre  parole possiedono  una  scarica  lenta  nel  tempo,  sono  ermetiche,  esenti  da  manutenzione,  si comportano  diversamente  dalle  batterie  auto  in  presenza  di  carichi  elevati,  sono  in  grado di  erogare  realmente  la  corrente  in  Ah  dichiarata,  ma  hanno  un  costo  sicuramente superiore. Per  quanto  riguarda  l'installazione  di  più  accumulatori,  si  consiglia  il  classico  parallelo, usando  sempre  batterie  della  stessa  tipologia  costruttiva  e  stesso  amperaggio. Quando  s’installano  una  o  più  batterie,  bisogna  essere  sicuri  che  a  monte  sia  presente  un caricabatterie  con  parametri  corretti  per  la  ricarica,  altrimenti  potremmo  avere  problemi  di rendimento. Si  consiglia  di  installare  una  batteria  AGM  quindi  solo  se  si  è  in  grado  di  rispettare  quanto è  stato  detto.  Per  quanto  riguarda  se  installare  la  seconda  batteria,  tutto  è  rapportato  ai consumi  giornalieri  ed  al  tempo  in  cui  il  Veicolo  Ricreazionale  (V.R.)  rimane  fermo  senza energia  esterna. I  reali  vantaggi  utilizzando  batterie  a  scarica  lenta  sono  sostanzialmente  i  seguenti: 1.  Capacità  di  mantenere  l’energia  accumulata  nel  tempo.  (grazie  alla  bassa  resistenza interna) 2.  In  presenza  di  carichi  elevati  hanno  prestazioni  solo  leggermente  inferiori  alle  batterie  di avviamento. 3.  Installando  una  batteria  a  scarica  lenta  da  100Ah,  si  può  sicuramente  contare  su  un reale  serbatoio  di  energia,  al  contrario  delle  batterie  auto,  la  cui  capacità  in  Ah  è  nominale. 4.  Ogni  batteria  possiede  un  numero  di  cicli  di  carica  e  scarica,  che,  in  ultima  analisi, significa  il  tempo  di  vita  della  batteria  (sempre  se  caricate  seguendo  i  parametri costruttivi!);  rispetto  alle  batterie  auto,  le  AGM  possiedono  un  numero  elevato  di  cicli  di carica  e  scarica,  che  rapportato  in  anni  significa  circa  sette.  Di  seguito  è  allegato  un grafico  che  indica  la  vita  di  una  batteria  AGM  espressa  in  cicli,  in  relazione  alla percentuale  di  scarica,  ovverosia  se  si  scarica  la  batteria  al  30%  della  sua  capacità,  il numero di cicli sarà pari a 1200.

Ricaricare correttamente le batterie

Come provvedere ad una corretta carica.

Le batterie vengono vendute precaricate, ma è buona norma, prima di utilizzarle, applicare un ciclo di ricarica a bassa corrente per riportarla al 100% della carica.

Il processo di carica consente alle celle che formano l'accumulatore di immagazzinare lentamente la corrente fornita. Questa corrente di norma deve essere il 10% della capacità indicata della batteria. Quindi una batteria da 60 Ah deve essere caricata con una corrente di 6 Ampere per un tempo massimo di 10-12 ore.

All'inizio la tensione sarà sui 12.6-13 V, poi questa tensione salirà molto lentamente. Quando arriva a 13.5-13.6 V significa che la batteria è quasi completamente carica.
La batteria infatti internamente è formata da 6 elementi di 2,1 Volt l'uno. Per mantenerla carica bisogna fornire almeno 2,3V ad elemento, ottenendo una carica lenta di mantenimento. Questa carica può essere portata a 2,5V per elemento se la batteria viene normalmente utilizzata, con i normali cicli di carica/scarica. Evitare di andare oltre i 15Volt e quindi di fornire molta corrente per abbreviare i tempi di carica.

Così facendo si va incontro al fenomeno detto di solfatazione. Si tratta di un fenomeno sgradito e dannoso che consiste nella formazione all'interno degli elementi, di cristalli di solfato di piombo. Con una carica violenta questi cristalli aumentano e si legano tra loro formando uno spessore sulle piastre interne e conseguente perdita di efficienza ed erogazione. Evitare dunque i carica batterie rapidi che spesso forniscono troppa corrente di carica.

Indicativamente questi sono i valori per una normale ricarica di una decina di ore:
• Batteria normale: 13.4 - 13. 8 Volt

Il fenomeno della solfatazione colpisce la batteria anche quando questa si scarica senza mai ricaricarla. Più si scarica più il fenomeno aumenta fino a rovinare del tutto la batteria. Un'altra causa di solfatazione si verifica quando le piastre della batteria, a causa del basso livello dell’elettrolita, vengono esposte all’aria. Per questo motivo alle batterie a liquido bisogna anche controllare periodicamente il livello dell'elettrolita.

Questo ci dà lo spunto per parlare della densità dell’elettrolito e del Densimetro, lo strumento appunto per misurare la densità delle batterie tradizionali.

Il liquido contenuto nella batteria è una soluzione acida composta di acqua distillata e acido solforico. In una batteria carica la densità a 27°C è maggiore di 1.260 Kg/l. Quando è inferiore a 1.120 la batteria è completamente scarica.

La densità è indicata in Kg/l o Kg/dm3 in certi casi anche in gradi Baumè (scritto Bè)
• Densità 1,265 Kg/l - Bè 30,23 - Carica al 100%
• Densità 1,225 Kg/l - Bè 26,51 - Carica al 75%
• Densità 1,190 Kg/l - Bè 23,04 - Carica al 50%
• Densità 1,155 Kg/l - Bè 19,37 - Carica al 25%
• Densità 1,120 Kg/l - Bè 15,46 - Completamente scarica

Per misurare questi livelli si utilizza un semplice densimetro per batterie che è solitamente formato da una ampolla di vetro e una pompetta per aspirare il liquido. Dentro l'ampolla c'è un peso con un'asta graduata che si alza a seconda della densità del liquido all'interno dell'ampolla. I modelli più semplici sono colorati di rosso e di verde quelli più precisi anche di altri colori. I valori indicati dai colori corrispondono ai vari livelli di densità e quindi di carica. Il verde rappresenta la condizione di carica il rosso di scarica. Le due condizioni si verificano perché, quando la batteria è completamente carica l'acido solforico è in soluzione con l'acqua, quindi l'elettrolito è più denso.

Quando invece è completamente scarica l'acido solforico aderisce alle placche e quindi la soluzione diviene acquosa con conseguente densità e peso minore.

E’ anche possibile verificare il livello di carica misurando la tensione ai capi della batteria (che non deve avere carichi collegati, se connessa elettricamente all'autovettura dovremo spegnere il motore e tutti gli accessori elettrici) dunque si può risalire alla seguente tabella:

Al di sotto dei 12V (quindi del 50% circa) la batteria va assolutamente ricaricata pena il forte rischio di solfatazione delle piastre; questa è anche la soglia al di sotto della quale è praticamente impossibile avviare il motore.
La precedente tabella è da considerarsi valida qualora tutte le celle siano nelle stesse condizioni di carica e solfatazione; può però capitare che a vuoto la batteria dia buoni valori di carica ma che la tensione crolli poi verticalmente anche sotto agli 11V applicando un piccolo carico come una lampadina da qualche decina di Watt; in questo caso con tutta probabilità alcune celle sono solfatate ed altre no

venerdì 15 aprile 2016

Fondamentali legali

Fondamenti legali
In Europa è consentito montare per l’aftermarket solo sistemi completi di proiettori allo Xeno, che sono costituiti da: un set di proiettori omologati (alcuni con il contrassegno E1 sul trasparente frontale), un regolatore automatico dell’assetto fari e un impianto lavafari (disposizione secondo la normativa ECE R48, o osservazione delle disposizioni nazionali). Ogni proiettore ottiene l’omologazione insieme alla sorgente luminosa (alogena o allo xeno) con la quale deve funzionare. Se la sorgente luminosa viene sostituita con una non omologata e non prevista dall’omologazione del proiettore, questa omologazione decade e insieme ad essa anche il permesso di circolazione del veicolo (§ 19 StVZO, comma 2, frase 2, n° 1 ). Guidare senza permesso di circolazione porta alla limitazione della copertura assicurativa (§ 5, comma 1, n° 3 KfzPflVV - legge sull’assicurazione obbligatoria dei veicoli). Anche chi vende dispositivi di illuminazione non omologati è tenuto ad indennizzare l’acquirente, in quanto vendendo questi pezzi il venditore non soltanto garantisce che questi possano essere utilizzati per lo scopo, ma si assume la responsabilità per gli eventuali danni, senza limitazioni.
Nozioni tecniche :
Alti valori di abbagliamento: dalle misurazioni effettuate nel laboratorio di illuminazione è emerso che la distribuzione della luce di un proiettore sviluppato per le lampadine alogene e adattato illegalmente a una sorgente luminosa allo xeno non presenta più i valori calcolati originali. Nei sistemi a rifl essione i valori misurati delle luci anabbaglianti superano i valori limite consentiti fi no a 100 volte. I  proiettori di questi veicoli non possiedono più il limite chiaro/scuro e inoltre non sono più regolabili. I valori delle luci anabbaglianti corrispondono a quelli dei proiettori abbaglianti. Questo costituisce un rischio elevato per gli altri utenti della strada.
Note sulla modifica non valida della luce allo xeno Si acquista un kit con cavi, lampadina allo xeno e ballast, si rimuove  la lampadina alogena dal proiettore, si pratica un foro nella calotta di copertura, si inserisce la lampadina allo xeno nel riflettore e si collega il ballast elettronico all’impianto elettrico di bordo: ecco pronto un proiettore allo xeno. Ciò costituisce un pericolo per gli altri utenti della strada, perché la luce risultante è estremamente abbagliante, oltre ad essere vietato dalla legge; il permesso di circolazione del veicolo decade e la copertura assicurativa viene limitata. Sono legali solo i set di proiettori allo xeno completi e omologati comprendenti la correzione assetto fari automatica e l’impianto lavafari.

Evoluzione della tecnologia led

Lo sviluppo del diodo luminoso
1907  Henry Joseph Round scopre l’eff etto fisico dell’elettroluminescenza.
1951  Grande passo avanti nella fi sica dei semiconduttori grazie allo sviluppo del transistor, che dà una spiegazione per l’emissione luminosa. Prime prove con i semiconduttori.
1957  Si approfondiscono gli studi sull’arseniuro di gallio (GaAs) e sul fosfuro di gallio (GaP). Se attraversati da corrente, entrambi i materiali emettono una luce rossa.
1962  Nasce il primo diodo a luminescenza rossa a base di arseniuro e di fosfuro di gallio. 1971  I LED sono ora disponibili anche nei colori verde, arancio e giallo.
1992  Shuji Nakamura crea la luce blu utilizzando il carburo di silicio (SiC). A questo punto si ottiene un ampio spettro cromatico.
1993  Scoperta dei diodi InGaN ad alta effi  cienza, che emettono luce nello spettro del verde e del blu.
1995  Introduzione dei primi LED a luce bianca (per conversione di luminescenza)

Come è fatto un led

Ma come è fatto un LED?

Sostanzialmente, un LED si compone di diversi strati di semiconduttori. I semiconduttori, come ad es. il silicio, sono materiali che data la loro conducibilità elettrica vengono posti tra i conduttori, come i metalli argento e rame, e i non-conduttori (isolanti), come il teflon e il vetro di quarzo. La capacità conduttiva dei semiconduttori può essere fortemente influenzata attraverso l’introduzione mirata di sostanze estranee elettricamente attive (drogaggio). Questi diversi strati di semiconduttore costituiscono il chip del LED. Dall’assemblaggio (diversi semiconduttori) di questi strati dipende in modo assolutamente decisivo l’efficienza luminosa (efficienza) del LED e il colore della luce. Questo chip del LED viene inglobato in un materiale plastico (lente in resina epossidica), che è responsabile delle caratteristiche di irraggiamento del LED e contemporaneamente agisce da protezione del diodo. Se il LED viene attraversato da una corrente diretta (dall’anodo + al catodo -) si genera la luce (emissione). Applicando una tensione elettrica (+) sullo strato drogato P e (-) sullo strato drogato N i portatori di carica si muovono l’uno verso l’altro. Attraverso la giunzione pn avviene la ricombinazione (ricomposizione degli elementi con cariche opposte in una struttura neutra). Con questo processo viene generata energia sotto forma di luce..La durata dipende fortemente dal rispettivo luogo di utilizzo e dalla densità di corrente fornita. Poiché più aumenta il flusso di corrente, più si riscalda il diodo e più si riduce la durata. Anche la temperatura ambiente è rilevante per la vita utile, poiché più aumenta, più si riduce la durata del diodo. In generale, per tutti i diodi luminosi vale il principio per cui l’intensità dell’emissione luminosa si riduce nel corso del tempo. Questo costituisce un vantaggio, poiché, a differenza delle lampadine tradizionali (lampadina alogena), con un LED non ci si trova all’improvviso al buio. Anche quando la luminosità si riduce, in condizioni normali non si interrompe del tutto. Le plastiche delle lenti solitamente utilizzate nella maggior parte dei LED si offuscano con il tempo, ripercuotendosi negativamente sull’efficienza luminosa. I fattori principali che incidono sulla vita utile Temperatura Densità di corrente Degenerazione dei cristalli di silicio. Vita utile – In che modo lo sviluppo della temperatura incide sulla vita utile Quando si parla della vita utile o anche della degenerazione luminosa di un LED, si intende il tempo in cui il diodo rimane acceso prima che la sua luminosità si riduca alla metà del valore iniziale. Il funzionamento di un LED dipende da diversi fattori. Il materiale semiconduttore utilizzato è importante quanto le condizioni operative o la degenerazione del cristallo di silicio. La durata effettiva della vita utile non può essere tuttavia stabilita in linea generale. Mentre i LED standard durano fino a 100.000 ore, i LED ad alta potenza durano soltanto circa un quarto o al massimo la metà di questo tempo (25.00050.000). Se i due diodi fossero utilizzati ininterrottamente, l’utilizzo continuo potrebbe durare per i primi oltre undici anni e per i secondi oltre due anni

Tipologia led

I diodi luminosi sono di diversi tipi e forme.
A seconda del settore di applicazione si distinguono per struttura, potenza e durata. Tra i LED più importanti rientrano:
1. Diodi luminosi a filo I precursori di tutti i LED sono i diodi luminosi a filo, che venivano utilizzati principalmente per scopi di controllo. In combinazione con diversi LED oggi li si usa anche come Spot a LED, tubi fluorescenti a LED, moduli o tubi a LED. Sono disponibili nelle grandezze da 3, 5 e 10 mm. Il catodo, che è il polo negativo di un LED a filo, è riconoscibile per il fatto che è più corto dell’anodo (polo positivo) e che il rivestimento in plastica è appiattito. L’angolo di uscita della luce è definito dalla forma lenticolare dell’involucro esterno.
2. SuperFlux Di potenza superiore rispetto ai semplici LED a filo vi sono i LED SuperFlux, che possono avere fino a 4 chip (cristalli semiconduttori). Tra i modelli frequentemente utilizzati rientrano “Piranha” e “Spider”, che si distinguono per un grande angolo di irraggiamento e vengono utilizzati in particolare per l’illuminazione superficiale, poiché la luce viene irraggiata in modo laminare. Una buona dispersione termica avviene attraverso quattro contatti, che possono essere comandati singolarmente. La struttura del modello High Flux garantisce un’elevata durata rendendolo una sorgente luminosa efficiente, utilizzabile universalmente.
3. SMD SMD è l’acronimo di “Surface Mounted Device” e significa che questo diodo viene utilizzato per il montaggio superficiale. I LED SMD comprendono perlopiù da tre a quattro chip e sono dotati di contatti che vengono saldati sul circuito stampato o sulla superficie di collegamento. Sono relativamente insensibili alla densità di corrente e forniscono quindi una luce intensa. I LED SMD sono disponibili in diverse versioni. La dimensione, la forma dell’involucro esterno e l’intensità luminosa possono essere scelte in modo variabile. In combinazione con altri diodi luminosi SMD,  vengono applicati per tubi o moduli fluorescenti a LED. Nell’industria automobilistica vengono utilizzati principalmente per indicatori direzione, luci stop o luci di marcia diurna.
4. High Power I LED high power sono diodi luminosi potenti e resistenti, che in condizioni di utilizzo ottimali possono essere azionati con correnti di 1000 mA. Vengono applicati per lo più su circuiti stampati con nucleo in metallo. La loro struttura fuori del comune comporta requisiti elevati per il Thermomanagement.
5. COB Il LED “Chip On Board” (COB) è il diodo luminoso maggiormente sviluppato. Il suo nome è dovuto al fatto che è fissato direttamente al circuito stampato. Questo avviene attraverso l’ “impaccamento”, dove  i chip vengono fissati al circuito stampato dorato in modo completamente automatico. Il contatto con il polo opposto avviene attraverso un filo in oro o in alluminio. Poiché nei LED COB non vengono utilizzati riflettori o ottica a lenti, l’angolo di irraggiamento della luce emessa è molto grande. I maggiori vantaggi della tecnologia COB risiedono nella potente luminosità, nell’omogeneità di illuminazione e nell’estensione dei settori di applicazione.