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martedì 25 febbraio 2014

Quanti sono i soci Aci?

 E’ di recente la notizia riportata da alcuni organi di stampa dello scioglimento della joint-venture fra Aci e Mondadori, nata nel 2000 per editare pubblicazioni e siti web mirati all’automobile. Ma non è tanto questo che interessa, quanto il fatto, trapelato fra le righe della notizia stessa, che a causa di questa chiusura verrà sospesa la pubblicazione della rivista cartacea “Automobile Club”, inviata ai 588.000 iscritti all’ACI. Certamente la crisi economica ha inciso fortemente sul comparto auto, con vendite crollate a picco e concessionarie che chiudono i battenti nell’ordine di una al giorno: ma se la matematica non è un’opinione, poiché per affermazione dello stesso Automobile Club d’Italia gli automobilisti nel nostro Paese sono circa 34 milioni (dei quali quindi i soci ACI soltanto 588 mila) contro circa 1 milione di iscritti. L’apparato dell’ACI, con i suoi circa 3.000 dipendenti e le 108 sedi provinciali, fornisce servizi automobilistici indistintamente a tutti, pur rappresentando uno scarso 3,6% degli automobilisti italiani. A maggio del 2012 l’ADAC (l’Automobile Club tedesco) ha festeggiato i 18 milioni di soci. REGISTRO UNICO – Ogni tanto l’ACI torna alla ribalta delle cronache: negli ultimi tempi si è parlato dell’Automobile Club d’Italia come gestore del Pubblico Registro Automobilistico, per l’ormai diffusa esigenza di semplificazione a livello governativo di riunire tutte le pratiche auto in Italia sotto un unico albo, sia quello del PRA, appunto, sia quello dell’Ente ministeriale che rilascia i “libretti”, vale a dire la Motorizzazione Civile.  Sono necessarie all’acquisto di una vettura due pratiche. L’ideale sarebbe che il libretto di circolazione fungesse anche da certificato di proprietà, visto che tra l’altro riporta il proprietario dell’autovettura. Quando si vende l’auto, sul libretto viene riportato con nuova etichetta adesiva. Un emendamento presentato da Ettore Rosato (Pd) durante l’esame della Legge di Stabilità propone di creare un archivio unico unendo quelli della Motorizzazione e il Pra, il pubblico registro automobilistico: il primo fa capo al Ministero dei Trasporti, il secondo all’Aci. I due archivi dovranno lasciare il posto a un unico archivio nazionale dei veicoli. L’esistenza della doppia registrazione è un’anomalia tutta e solo italiana, che nonostante i tanti tentativi non è mai stato possibile superare, rappresentando uno spreco di energie e risorse pubbliche. Per la precisione, la Motorizzazione è una direzione del ministero dei Trasporti, il PRA è affidato in gestione all’ACI che trae proprio dal PRA una parte consistente dei mezzi per il suo mantenimento (3 mila dipendenti, un numero rilevante di dirigenti).